Telemaco Signorini   (Pagine 24 )      Fonte : Emporium - n 47 Novembre 1898

{\rtf1\ansi\ansicpg1252\deff0\deflang1040{\fonttbl{\f0\fnil\fcharset0 Arial;}} \viewkind4\uc1\pard\fs24 ARTISTI CONTEMPORANEI: TELEMACO SIGNORINI. \par NON credo che vi sia stato in I- a\'b0,~i1 , talia, in questa seconda met\'e0 di ~u,''~',~ secolo, alcun altro artista che abbia combattuto il tradizionalismo accademico, il convenzionale in \par segnamento ufficiale e le bottegaie abilit\'e0 del\'acl'arte leziosa e piacente con maggiore costanza, con pi\'f9 completo disinteresse, con pi\'f9 vivace arditezza di Telemaco Signorini. \par L'intera esistenza di questo valoroso pittore ed acquafortista toscano, il \par malgrado i suoi sessantatre danza battagliera degli anni giovanili, non \'e8 stata infatti che un'assidua aspirazione verso i nuo\'acvi orizzonti schiusi alla pittura dell'et\'e0 moderna, ed una lotta fierissima contro ogni sorta di rea\'aczionarii dell'arte, per a\'acvere ragione sui quali la penna disinvolta ed arguta e la lingua fio\'acrentinamente mor d a c e gli sono spesso servite non meno del pennello sapiente ed audace. \par Non nego che il Signorini, nella sua passione pel nuovo e nella sua insofferenza d'ogni pastoia, abbia potuto, pi\'f9 d'una volta, ecce dere ; non nego che, pi\'f9 di una volta, abbia potuto errare nella pratica e lasciarsi, nella teoria, tra\'acscinare in pieno paradosso ; ma non deve egli forse all'irrequietezza del suo spirito di ribelle, non acquietantesi mai in una formula pittorica definitiva e cercante sempre qualcosa di di\'acverso, a rischio magari di sbagliarsi, lo avere evitato \emdash pur dando un'impronta personale ad ogni opera sua, buona o mediocre che fosse, di crearsi quella cifra, che, se a volte forma il successo finanziario di un artista, ne rappre\'acsenta pure cos\'ec di sovente la morte intellettuale? Non deve ad essa l'inte\'acressamento grande, con cui i veri amatori d'arte hanno seguito e seguono tuttavia la produzione abbondante, disuguale e non sempre in pari mo\'acdo pregevole ma sempre varia del suo pennello? \par Certo \'e8 che questo vecchio pittore, a cui gli anni hanno potuto sfol\'actire la chioma e far diventare tutta, bianca la barba d'oro, che lo fa\'acceva parere un Tedesco, ma non piegare o ren\'acdere lenta la persona vigorosa ed agile; que\'acsto vecchio pittore, a cui i centoquarantadue qua\'acdri e le sessanta acque quale serba ancora, anni, tutta la bal \par \par forti, che rappresentano la sua produzione du\'acrante quarantatre anni, non sono riusciti ad assicurare neppure una modesta agiatezza; que\'acsto vecchio pittore, che continua a dipingere con la foga di un debuttante ventenne, non pu\'f2 non meritare tutte le nostre simpatie pel suo entusiasmo di lavoratore instancabile, pel suo continuo sacrificio d'ogni vantaggio mate\'acriale ai pi\'f9 nobili ideali dello spirito e pel fascino di un' intelligenza culta, sottile ed a suo figliuolo, Egisto, che anche lui dipingeva, era morto a 19 anni. \par Telemaco si rassegn\'f2, bench\'e8 un po' a ma\'aclincuore, ai voleri del suo genitore, da cui ap\'acprese i primi elementi della pittura. All'Acca\'acdemia di belle arti egli non volle iscriversi e si limit\'f2 a seguire, come libero allievo, il corso di nudo. Nel giovanetto, non ancora ventenne, vi era gi\'e0 il nemico di ogni catena scolastica, che al pittore maturo doveva ispirare pino dei \par \par T. SIGNORINI - NOVEMBRE (I870). \par perta ad ogni pi\'f9 ardimentosa ed insolita manifestazione d'arte. \par :,_ \par Fu a Firenze che nacque, ai 18 agosto del 1835, il nostro Telemaco da Giovanni Signorini, pittore del Granduca di Toscana, e da Giustina Santoni. Le predilezioni del Signorini, negli anni dell'adolescenza, piuttosto che per la pittura erano per le lettere, ma il padre, di cui nella galleria d'arte moderna di Firenze vi \'e8 qualche quadro non privo di merito, volle che egli seguisse la sua medesima cari icra, tanto pi\'f9 che un altro suoi quadretti pi\'f9 graziosi e caratteristici : lungo una polverosa strada di campagna, due bimbe, che vanno a scuola, riparandosi dal sole estivo sotto cli tin grosso ombrello, si fermano a contemplare, con occhi rossi dal pianto, alcune galline che beccano del granone, ed il titolo Felici voi galline elle non andate a scuola! dice il loro pensiero ed insieme l'ironico con\'accetto avuto dall'autore nel ritrarle sulla tela. \par Dopo aver dipinto con poco entusiasmo un paio di quadri storici, di carattere.spiccatamente romantico, il Signorini da Firenze si rec\'f2 a Ve\'acnezia, dove doveva stringere amicizia col torinese Enrico Gamba, il futuro autore dei Fu\'acnerali di Tiziano \'84, e con l'inglese Frederick Leighton e dove, al cospetto dei capilavori della Scuola Veneziana e dei pittoreschi canali, la sua vocazione artistica si faceva alfine palese. \par Ritornato a Firenze, dove gli Accademici, col Pollastrini alla testa, sovraneggiavano, tutti i lavori cia lui presentati alla mostra della Promotrice vennero scartati come eccessivi nel chiaroscuro e deficienti nel disegno. fossero abbastanza mediocri, ottennero, in quel primo fervore patriottico, un vivo successo pres\'acso il pubblico e furono tutte comprate. Anzi, essendo stata acquistata dal Circolo artistico di Milano quella intitolata Alto di granatieri to\'acscani a Calciaatiello, il Pagliano, l'Induno ed altri pittori milanesi gli scrissero una lettera piena di lodi, con cui l' incitavano a dipingere altri quadri d'identico soggetto, assicurandolo che la vendita di essi sarebbe stata sicura nella \par \par T. SIGNORINI - PER LE VIE DI LEITH (1882). \par Ma intanto gli avvenimenti politici assumevano nella penisola italiana tale importanza che ogni altro interesse veniva messo da banda. 11 Signorini, pieno di nobile ardore patriottico, non volendo essere da meno degli altri, si arruol\'f2 nel 1859 in un reggimento di artiglieria e fece la campagna contro gli Austriaci, finch\'e9, firmata la pace di Villafranca, ritorn\'f2 all'arte. \par La sua vita di volontario gli aveva dato la occasione di contemplare una serie di scene, che avevano colpito la sua fantasia; egli quindi espose, nel 1860 a Firenze e nel 1861 a Milano, alcune tele di soggetto militare, che, bench\'e9 loro cittii. Questa lettera sull'animo fiero e sde\'acgnoso di ".Telemaco Signorini ottenne un effetto molto diverso di quello che si ripromettevano coloro che amichevolmente l'avevano scritta : egli rinunci\'f2 d'un tratto ai soggetti militari ed ai sicuri profitti che essi gli avrebbero procu\'acrato e ritorn\'f2 ai tentativi innovatori, che l'avevano fatto scartare alcuni anni prima dalla Promotrice fiorentina. Fu cosi che nel 1862 egli mandava all'esposizione di Torino una scena del Ghetto di Venezia, che, per le sue vio\'aclenze di colore e per l'eccessiva volontaria tra\'acscuratezza del disegno, suscit\'f2 un vero scandalo \par \par T. SIGNORINI - IL VECCHIO MERCATO DI FIRENZE (ACQUAFORTE). \par nel mondo artistico e lo fece battezzare col nome di Macchiaiuolo, il quale serv\'ec, per un certo tempo, ad indicare tutto un gruppo di pittori e con cui egli sent\'ec qualificarsi anche quando, lasciate da parte le antiche esagerazioni di pen\'acnello, cambi\'f2 quasi del tutto la sua tecnica. \par \par La macchia ed i macchiaioli rappresentano nella storia della pittura contemporanea italiana un capitolo che merita di venire raccontato. \par L'Altamura ed il De Tivoli, tornati in Italia dall'Esposizione mondiale di Parigi del 1855, in cui erano stati sopra tutto colpiti dalle ac\'accese violenze di colore del Dechamps, furono gli iniziatori della macchia, la quale non era che un eccessivo uso del chiaroscuro in opposizione alla vecchia scuola, sagrificante ad una gelida correttezza nel disegno delle figure la vera so\'aclidit\'e0 ed il rilievo dei suoi dipinti. \par Ma questa ribellione ai canoni artistici im\'acperanti nelle accademie italiane, se nell'Italia meridionale doveva possentemente affermarsi coi quadri gloriosi di Celentano e di Morelli, riattaccandosi, stante l'indole di vigorosi colo\'acristi che possedevano gli artisti napoletani, alla pittura romantica francese ed alla pittura spa\'acgnuola; in Toscana invece, se non produceva opere di molta importanza per s\'e8 stesse, dava per\'f2 origine ad un movimento assai pi\'f9 interessante e novatore, che riattacca in certo modo i macchiaiuoli agl' impressionisti. \par \par T. SIGNORINI - PER LE VIE DI EDIMBURGO. \par Ecco, come lo scultore Adriano Cecioni, che fu amico e compagno del Signorini e degli altri inaccltiaiuoli toscani, descrive la tecnica pittorica da loro cercata e pi\'f9 o meno risolu\'actamente applicata nelle loro tele : \par L'arte loro consisteva non nella ricerca della forma, ma nel modo di rendere le impressioni. che ricevevano dal vero, col mezzo di macchie \par di colore, cli chiari e di scuri, come per esempio : una sola macchia di colore per la faccia, un'altra pei capelli, un'altra, mettiamo, per la \par pezzuola, un'altra per la giacchetta o vestito, un'altra per la sottana, un'altra per le mani oper i piedi, e cos\'ec pel terreno e pel cielo. \par " Le figure non oltrepassavano quasi mai la dimensione dei quindici centimetri, quella di\'acmensione che assume il vero quando si guarda ad una certa distanza, a quella distanza cio\'e8 in cui le parti della scena che ci ha prodotto im\'acpressione, si vedono per masse e non per dettaglio; quindi la figura, veduta sopra un muro bianco o sul cielo all'ora del tramonto o sopra una parte illuminata, era considerata come una macchia scura sopra un'altra chiara, nella quale macchia scura era poi tenuto conto soltanto delle parti principali che la formano, cio\'e8 di quelle che si vedono, come sarebbero la testa, senza per\'f2 il dettaglio del naso, degli occhi, \par \par T. SIGNORI\\I - VIA DI PELLICCERIA NEL VECCIIIO MERCATO DI FIRENZE (ACCOUAFORTE). \par d'articolo del Cecioni con la pagina notissima in cui lo Zola descrive la caratteristica fattura dei quadri di Edouard Manet e la somiglianza per quanto riguarda in ispecie i rapporti delle macchie sovrapposte ed il disegno sintetico delle figure non potranno non colpirvi. Non panni quindi troppo arrischiato il concludere che i macchiaiuoli toscani, partendo da De- champs, arrivarono, senza forse rendersene conto bene e pur dimostrandosi alquanto in\'accerti nell'applicazione, a Manet. \par Il piccolo gruppo rivoluzionario dei macchiaiuoli era composto da Telemaco Signorini, da Cristiano Banti, di lui pi\'f9 vecchio di undici anni e che ha lasciato parecchie tele pregevoli, e da Vincenzo Cabianca, nato a Verona, ma vivente allora in Firenze, il quale fu l'unico che si serbasse per lunghi anni fedele alla macchia, pur attenuando le primitive violenze di chiaro\'acscuro merc\'e8 una fattura laboriosissima per lavature, grattature e velature, che oggid\'ec ritro\'acvasi in parte nei quadri di Marius de Maria. Tutti tre si recarono a Parigi, dove ebbero la ventura di conoscere di persona Troyon e Corot e poi, fatto ritorno in Italia, passarono in compagnia alcuni mesi sulla riviera ligure, dandosi ad una vera orgia di lavoro e sperimen\'actando in ogni modo l'ardita nuova tecnica di cui erano infervorati e secondo cui in natura non vi erano pi\'f9 contorni e l'artista doveva \par T. SIGNORINI - VIA DI CALIMMARA NEL VEC2FIIO MERCATO DI FIRENZE ACQUAFORTE). \par sforzarsi di ottenere il rilievo sempre merc\'e8 il chiaroscuro. \par Il gruppo dei macchiaiuoli, di cui era entrato a far parte anche Odoardo Borrani, si doveva per\'f2 ben presto disgregare, sia perch\'e8 il Ca\'acbianca lasciava Firenze per Roma, sia perch\'e8 il Banti, stante il suo prospero stato economico, produceva sempre pi\'f9 fiaccamente e passava gran parte dell'anno in un suo podere. \par Signorini, rimasto solo a Firenze, sent\'ec a poco a poco calmarsi il suo entusiasmo per- la macchia e, formato un nuovo gruppo non meno ribelle ed anti-accademico col Lega, col Moradei, coll'Abate, col Cecioni, col Sernesi e con due francesi stabiliti a Firenze, il Langlade ed il Madier, fond\'f2 in Pargentina, vasta distesa di orti presso l'Arno, una libera scuola di paesaggio, la quale serv\'ec a sviluppare una sua nuova maniera, fondata sulla ricerca della pi\'f9 umile e semplice realt\'e0. e che meglio di ogni altra rispondeva alla sua vera indole. \par F'in'allora egli era stato un innovatore per ragionamento che per intimo \bullet sentimento, pi\'f9 per uno stimolo del cervello assetato di nuovo che per un effettivo bisogno del parti\'accolare suo senso pittorico, pi\'f9 per un' indoma\'acbile febbre di ribellione ad ogni costringimento accademico che per l'incentivo di una visione affatto personale del suo occhio; d'allora in poi invece egli doveva percorrere con passo \par \par tava alcuni marinai, le cui figure erano grandi quasi come il vero, che faticosamente tiravano con una grossa fune una barca contro la corrente dell'Arno. ll secondo, esposto in\'acvece a Torino, rappresentava, con una brutale efficacia evocativa davvero impressionante, La sala delle agitate nel manicomio di Firenze. \par Lo stesso carattere di verismo rude presenta un terzo suo quadro di data recente, che ci mostra una riga di galeotti, vestiti di giallo e di rosso e trascinanti la fatale catena al piede, del Bagno penale di Porto ferraio. \par Ma per quanto interessanti possono essere queste tele, nelle quali all'audacia della conce\'aczione non sempre corrisponde completamente la.robustezza della fattura, io preferisco di gran lunga i paesaggi e le scene di citt\'e0, nelle quali a me sembra che Telemaco Signorini abbia so\'acpra tutto mostrato la sua originalit\'e0 e la sua valentia pittorica. \par Tra i paesaggi, rammenter\'f2 quel 1 wovem\'acb;-e, che nel 1890 guadagn\'f2 il premio al concorso di paesaggio della Promotrice di Firenze, bench\'e9 fosse un paesaggio senz'albori, ci\'f2 che costituiva, per ripetere le parole di un critico fiorentino, una bestemmia sacrilega contro la ortodossia pittorica dell'epoca; e rammenter\'f2 inoltre Tra gli ulivi, Mattino di settembre a Settignano, Pascoli a Pietramala, Fine d'ago\'acsto a Pietramala, Giorno di vento, Mezzogiorno a Rio Maggiore, e tutta una serie di deliziose scene della campagna toscana, della riviera li\'acgure e dell'isola d'Elba. \par Ma anche pi\'f9 eccellente riesce il Signorini \par \par T. SIGNORINI - LA COLONNA DEL CENTRO NEL VECCHIO MERCATO DI FIRENZE (DISEGNO ORIGINALE). \par 336 \par ARTISTI CONTEMPORANEI \par \par T. SIGNORINI - ACQUAFORTE PER .z PRIMI PASSI \'bb. \par Ma, trascurando altre tavole di minore interesse, bisogna fare una lode speciale alle dodici magnifiche acqueforti, ricavate da suoi quadri e da suoi studii del Mercato vecchio, che fu\'acrono a ragione premiate nella mostra fiorentina dello scorso anno. In esse si ritrova un'arte robusta e sicura di s\'e8, che raggiunge effetti vi\'acgorosi per la naturale tendenza del Signorini a cercare i violenti contrasti di luci e di scuri. Spiacevole \'e8 soltanto che, per mancanza di una sapiente cura nel far mordere il metallo dall'acido e nel tiraggio, i neri di esse presen\'actino un'apparenza arida e quasi abbruciaticcia, clic non abbiano infine quel non so che di vellutato, che costituisce una delle maggiori sedu\'aczioni di un'acquaforte. \par Dopo avere parlato di Telemaco Signorini co\'acme pittore e come acquafortista, bisogna pur dire qualche cosa di lui come polemista e come poeta. \par Innumerevoli e vivacissime sono state le sue polemiche, in cui ora si \'e8 difeso con molta abilit\'e0 e con sottile acume critico dalle accuse mosse a questa od a quella sua opera, ora, ed anche pi\'f9 spesso, ha attaccato, con rara viru\'aclenza e con spietata ironia, i campioni dell,abborrito tradizionalismo accademico o delle ten\'acdenze d'arte opposte alla sua. \par Famosi sono i suoi articoli contro il Monte\'acverde per " Colombo fanciullo ,, , che fu il primo saggio di una serie di opere false e ma\'acnierate sui grandi uomini fanciulli, che rese per un po' di tempo grottesca la scultura italiana. Eloquenti davvero sono poi parecchie sue pa\'acgine contro l'arte leziosa, smascolinata e bot\'actegaia, specie quelle comparse sul Gazzettino delle arti del disegno, un baldanzoso giornaletto settimanale pubblicato durante tutto un anno \emdash l'anno 1867 \emdash a Firenze dal battagliero critico d'arte Diego Martelli. Io per\'f2 non voglio qui ricordare che una polemica graziosamente mordace che egli ebbe con Enrico Panzacchi, perch\'e8, essendo rappresentata da uno scambio di sonetti satirici, ce lo far\'e0 conoscere anche come poeta. \par \par T. SIGNORINI - PASCOLI A PIETRAMALA (I$89). \par T. SIGNORINI - SOBBORGO DI PORTA ADRIANA A RAVENNA 0875). \par 875). \par PLEBISCITO \par Telemaco, con Mentore a braccetto \par (Mentore nell'anonimo si cela), \par Oggi hanno cera allegra, e il primo svela La piena del suo gaudio in un sonetto. \emdash Un mercatino mangiando una mela Gli si \'e8 piantato innanzi al cavalletto, \par E\tab s'\'e8 degnato di trovar perfetto \par II " sudiciume \'84 dentro la sua tela. \par O pervenuta all'ultima pendice \par Arte d'Italia! O sacra aura del Nume, \par m\tab gioia che si sente e non si dice ! \par Anch' io pertanto vo' mutar costume \par E\tab a certi quadri, guardando in tralice, Rapito esclamer\'f2 : bel sudiciume ! \par \par T. SIGNORINI - ACQUAFORTE PER a PRIMI PASSI \'bb. \par Nella mostra artistica fiorentina del 1881, intitolata a Donatello, fra molte altre tele ve ne era una del pittore Angiolo Tommasi, che rap\'acpresentava un campo di cavoli: la semplicit\'e0 verista di questo quadro dette sui nervi al ro\'acmantico poeta bolognese, il quale scrisse contro di esso una vera filippica. Ed ecco il Signorini comporre il seguente mordace sonetto, che fece subito il giro della citt\'e0: \par STUDIO DAL VERO \par Dipingevo in Mercato ed uri monello ad un compagno suo tutto strappato : \par 0 che c'egli quaggi\'f9, da retta Fello, " vieni a ved\'e8\tab dipingano Immercato \par " Guardaa.... gli ha fatt' ittetto di Donato, \par " La bottega di Santi di Torello\tab \par " ma davvero..... e d\'ec d\'ec che ritrattato " qui sudiciume l\'e0 vien tanto bello !.... \'84 \par Forse m' inganner\'f2, ma i professori d'estetica si piglian dei quattrini per dir brutti gli ortaggi e belli i fiori, \par mentre qui due modesti mercatini dicono il vero senza far furori \par che mai disser Panzacchi n\'e8 Martini. \par Il Panzacchi certo non poteva starsene ed alla sua volta lanci\'f2 un sonetto contro l'irrispettoso campione del verismo pittorico : \par Croce; vorrei farvi mostrare da lui quella pre\'acziosa collezione di studii, eseguiti parte in I\'actalia e parte in Francia ed in Inghilterra, dove egli si \'e8 recato spesso e volentieri, nei quali, meglio forse che in ogni sua tela, si ritrova il dono mirabile di evocare le scene della natura in tutta la loro efficacia rappresentativa; vorrei farvi raccontare da lui, con la sua voce calda, bench\'e8 un po' cavernosa, alcuni dei casi pi\'f2 caratteristici della sua avventurosa vita di ai \par tista perennemente ribelle, che, nominato nel 1883 professore dell'Accademia di belle arti di Firenze, rifiut\'f2 tale onorificenza per non farsi solidale di un insegnamento d'arte che aveva sempre fieramente avversato. Sono persuaso che, dopo aver ammirato l'artista, amereste l'uomo, nella sua fiera schiettezza e nella sua vivacit\'e0 arguta e simpatica. \par \par VITTORIO PICA. \par T. SIGNORINI - CASA D'ANDRIANO PRESSO VINCI, OVE NACQUE LEONARDO (ACQUAFORTE). \par \par \par }